Attualità

Testimoni e non…Maestri

E’ doveroso, da parte mia, parteciparvi qualcosa che ho ricevuto direttamente e non ‘solo appreso’ dal primo dei Papi del nostro tempo incontrato appena adolescente…La prima volta a Roma, il primo lungo viaggio lontano da casa e con un’amica di famiglia, un’occasione entusiasmante per una ragazzina che si accostava all’arte e alla ricerca di Dio, ponendosi interrogativi ben più grandi della sua età, specialmente sulla vita e sulla religione…Roma e l’Anno Santo erano già motivi più che sufficienti di trepidazione. Appena arrivate, la visita a S. Maria Maggiore già parve porta di paradiso…Poi S. Giovanni e S. Pietro…Per una speciale occasione il Papa salutava nel cortile di San Damaso e, chissà come, mi ritrovai quasi sotto il ‘balcone’ da cui si affacciò. Fu quella la mia prima, indimenticabile esperienza di Chiesa… PAOLO VIHo ancora negli occhi quell’immagine, quella figura esile persino sotto gli abiti ampi di rito, quel volto quasi segnato da prove interiori, quella serietà benevola e serena…sento ancora la sua voce forte, particolare, e l’accento del suo saluto accogliente. Era lì il Papa, semplice e solenne allo stesso tempo…allora la Chiesa non era lontana, non era distante, le sue parole erano comprensibili e attraevano a Cristo non ad altro. Cominciai a credere ‘la Chiesa’ come necessaria comunità di credenti che ascoltano il Vangelo e ne praticano gli insegnamenti sotto la guida di un Pastore voluto da Cristo per garantire la Sua presenza in mezzo ai suoi…
Poi la prof. di filosofia e le sue risposte, S. Agostino e S. Tommaso letti in classe e la FUCI, già al liceo, fecero il resto…In quel tempo P. Paolo VI, (che sin dal 1937, da giovane sacerdote assistente della FUCI portava in ritiro a Camaldoli, pensate, anche le giovani universitarie!), aveva già ammesso le donne agli studi di Teologia, aveva già proclamato santa Teresa d’Avila e santa Caterina da Siena ‘Dottori della Chiesa’…poiché la sua formazione umana e familiare erano di straordinaria apertura e profonda cultura. Sua madre, infatti, dirigeva una rivista per la donna e suo padre aveva rinunciato alla politica per ottemperare alle norme pontificie, dopo aver dato il proprio contributo socio-politico. La profonda spiritualità e formazione, gli studi e le esperienze internazionali anche come Nunzio Apostolico, erano impregnate di quella sua sensibilità e delicatezza personale, umana e intellettuale che qualcuno aveva più volte scambiato quasi per fragilità, in cui, invece risiedeva la sua forza alimentata dall’intimo colloquio col Cristo e dal suo spirito di dono e sacrificio…Sul suo corpo fu trovato un cilicio, segno di quell’ascesi interiore che mortificava il possibile orgoglio attraverso una sofferenza volontaria, forse non più comprensibile oggi. Quel Papa per una ragazzina rimase un punto di riferimento in cui confidare, alle cui parole credere percependone verità e cura, cercando di comprendere le esigenze del messaggio evangelico, di metterne in pratica gli insegnamenti…Quegli anni di stravolgimenti socio-culturali sembrano ancora una specie di incomprensibile incubo, dalla ribellione ‘gratuita’, pilotata, dal cui concetto di ‘libertà’ derivano il relativismo e il caos in ambito personale e familiare , e, ancora oggi, la mancanza di autentico dialogo tra istituzione e religione, oltre alla deprivazione delle nuove generazioni del sensum fidei e del necessario senso del peccato, del riconoscere, cioè, quell’inciampo, quell’ostacolo alla felicità e alla pace della coscienza che qualcuno ha tentato di cancellare insieme a tanto altro. Ogni volta che, ormai a Roma, sono stata sulle tombe dei Pontefici, ho sempre cominciato col pregare ai piedi di Paolo VI, la cui sepoltura fu, per prima, semplice pietra tra le altre, ricordando e ringraziando per quel profetico viaggio anche per la mia vita e le mie scelte successive. MRGHEriteDio ha voluto donarci, a partire da Giovanni XXXIII, Concilio, rinnovamento della Chiesa, staordinarie figure e personalità di Vicari di Cristo, farci ritrovare la bellezza del Vangelo e della Comunione con i Pastori stessi, Santi di oggi che ancora ci arricchiscono della loro testimonianza impareggiabile e di straordinaria efficacia: quale generazione di cristiani ha avuto simile chance? Nelle prove e nelle difficoltà dell’oggi abbiamo la grazia di poter ricorrere anche alla intercessione e alla vicinanza di testimoni immersi nella nostra realtà più che maestri persino sulla cattedra di Pietro… Paolo VI aveva affermato: «II mondo ha bisogno di testimoni, più che di maestri» e P. Francesco ne ha ri-attualizzato persino modalità …Essendo Unico il Maestro, tale ricchezza speriamo affretti l’unità dell’unica famiglia in Cristo Gesù.

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