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È QUESTA LA PORTA DELLA MISERICORDIA!

s. pietroIl seguente articolo, scritto da don Antonio Guidolin, parroco a Treviso e nostro amico – che ringrazio di vero cuore – mi ha ulteriormente introdotto a cogliere il vero senso del Giubileo Straordinario della Misericordia: “attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi” (MV, 14).

Carmelo ha partecipato all’apertura della porta santa della Cattedrale, rimanendone particolarmente compito. Carmelo è un ragazzo con disabilità psichica ed esprime con passione le esperienze che vive. Di ritorno dalla celebrazione con il Vescovo si ferma in casa di amici. E qui, allora, inizia la celebrazione di Carmelo, che individua nella porta della cucina…. una nuova “porta santa” da aprire. Fa accendere un lume e cantando “Si accende una luce all’uomo quaggiù, presto verrà tra noi Gesù”, fa passare i presenti attraverso la porta assicurando che quella sarà per tutto l’anno la porta della misericordia per chiunque vi passerà.

“Roba da matti”, penserà qualcuno, o invece pagina di puro Vangelo?

Carmelo l’ha intuito, il Giubileo della Misericordia non domanda gite-pellegrinaggio a Roma, chiede invece che ovunque si aprano i varchi della misericordia. Più esattamente, questo ragazzo, nella sua fragilità, ci ricorda che Dio apre la porta del suo cuore a chiunque e in qualunque luogo. Ma “la porta” rimane pur sempre il segno, e più è umile e quotidiano e più esso sarà forte. I pastori e i magi varcando la soglia della capanna di Betlemme hanno incontrato la carne di Dio. Ogni qualvolta volta sappiamo attraversare la porta di un ospedale, di un carcere, di una casa con persone inferme o sole, noi siamo certi di incontrare la reale presenza di Gesù. (Matteo 25) .E non potremo andarcene senza aver ricevuto un dono di misericordia che libera la nostra vita dalle catene di un io che ci tiranneggia.
Noi stessi, però, siamo chiamati a diventare “porta santa”, e così le nostre famiglie, le nostre comunità. Chiunque passando attraversando le nostre giornate, sostando nelle nostre case, partecipando alle nostre celebrazioni dovrebbe ricevere un dono di pace.

Quel lume che Carmelo ha fatto accendere siamo ciascuno di noi. Quante volte ci siamo, forse, già rallegrati della presenza luminosa dei “piccoli” del vangelo, che con una parola, un gesto, un sorriso sono stati una luce  di Dio nella nostra vita. Attraversando la loro vita ne siamo usciti trasformati. Ci fu chi si salvò dal suicidio incrociando lo sguardo di una bambina che casualmente passava lì dove lui stava meditando un gesto insano. L’ospitalità offerta da un’umile famiglia cattolica aprì alla fede un giovane protestante in crisi religiosa, il quale sarebbe poi diventato il fondatore della comunità ecumenica di Taizè, frere Roger Schutz.

Ritornando a trovare la moglie, dopo averla lasciata, per seguire la carriera politica, l’esponente del Partito Comunista, Garaudy, vi giunge mentre la donna sta preparando la cena per due persone. Alle sue scuse per essere arrivato in un  momento inopportuno, si sente rispondere da colei che lui aveva abbandonato: ”Da quando te ne sei andato ho sempre preparato per due, perchè ti ho sempre atteso”.

Dio dice la stessa cosa : “Se passi da me troverai sempre pronto, non temere, bussa alla mia porta e io ti aprirò”. Carmelo, un “piccolo” del Vangelo, dice ancora : “Fai della tua vita, un porta di misericordia per chi ti incontrerà, perchè non incontrerà solo te ma anche Colui che ti aspetta sempre !”

 

don Antonio Guidolin

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