Arte

fidarsi…sempre un salto nel vuoto

Carissimi amici, vi è mai capitato di trovarvi come di fronte ad un salto da fare per passare un dirupo e sentire l’acqua alla gola per la paura di non farcela?

Avete mai ascoltato quella paura o meglio quei mille ragionamenti che ti vengono di fronte ad una scelta che ha dell’irragionevole?

Come per esempio fidarsi di parole scritte in quel libretto chiamato Vangelo che ti invita ogni giorno (se lo leggi e cerchi di viverlo) a cambiare concretamente con scelte coraggiose.

Come il renderti conto che vorresti tanto spontaneamente fidarti della vita, delle persone accanto a te, anche di te stesso, ma c’è qualcosa dentro che rema contro e sembra essere un macigno irremovibile.

Ecco che tutte le volte che si presenta una situazione che non avevo previsto o che non posso controllare… arriva lei.

Sì, lei la Fiducia che mi invita: vuoi fare il salto? Vuoi prendere la mia mano?

Vuoi fare esperienza ancora una volta o per la prima volta, della grande generosità della Vita? Del bene dei fratelli, della gioia nascosta dietro la sofferenza?

Il bivio è sempre lo stesso ed è sempre lì: scegliere di fidarsi oppure rimanere nelle proprie certezze, spesso paralizzanti.
Eppure tante volte ho preso questa scelta, ho afferrato quella mano ed ancora una volta il bivio è lì, come non ci fosse memoria, come fosse la prima volta.

Insomma ho lasciato casa, la famiglia, gli amici, tutto per Te Gesù, la patria le abitudini, il centuplo, eppure eccola lì è quella di oggi a dirmi: dammi la mano!

Va bene: scelgo! La afferro e mi fido superando tutti i dubbi e le paure.
Mi sento quasi in balia delle onde di un mare agitato in tempesta ed ad un certo punto tutto si calma e Lo trovo lì, Il Signore della Vita.

Sereno, disteso, con le mani piene di consolazioni con il volto sorridente che mi dice : Piccola mia, ma la vita senza fiducia che vita è?

E’ come una stanza buia senza luce e la fiducia senza la scelta di essere accesa che luce è?

Passo e chiudo, alla prossima!
Giulia

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1 thought on “fidarsi…sempre un salto nel vuoto”

  1. TESTIMONIANZA
    E’ strano come le cose accadano,sembra per caso,ma osservando bene c’è sempre dietro un disegno,che non percepiamo subito, ma che poi arriva.
    Siamo nel 2009 ed un giorno vado a trovare mia madre, come facevo ogni settimana, e mentre parlavamo mi disse: <> La presi rispondendo che ci avrei provato non appena avessi avuto un po’ di tempo,però non sapevo se sarei riuscito a farlo.
    Quando arrivai a casa pensai: <>, ma non capivo il perché, quindi la misi in cantina in attesa di trovare il momento per restaurarla.
    Trascorsero pochi giorni e mia madre si ammalò, venne ricoverata all’ospedale, dove i medici la tenevano sotto controllo, ma era molto grave.
    Io e mia moglie andavamo a trovarla e le facevamo compagnia, la aiutavamo a mangiare e le prenotavamo il parroco affinchè le portasse l’Eucarestia, e lei era contenta di noi, poi ad una certa ora ci diceva : <>, allora noi la salutavamo e facevamo ritorno a casa.
    Un giorno si aggravò, e ricevetti la notizia da mio fratello Gianni. Le si era bloccata la circolazione agli arti inferiori, e se continuava così avrebbero dovuto intervenire amputando una gamba.
    Questa notizia era insopportabile per me, ed allora mi recai davanti alla statua raffigurante la Madonna di Fatima, proveniente da Fatima , e le dissi: <>
    La mattina dopo arrivò la telefonata di mio fratello dicendomi che la circolazione era ripresa e che non c’era più bisogno di amputare. Ringraziai subito la Madonna, e non toccai mai più una sigaretta.
    Nel pomeriggio andai a trovarla e le dissi: <>. E lei mi rispose: <>
    E’ stato proprio un miracolo, perché ero un fumatore accanito, e quando ho smesso non mi è più venuta la voglia di sigaretta, quindi non ho fatto alcun sacrificio e per me non è stata una penitenza, forse mi ha aiutato Lei.
    Dopo poco mia madre ha lasciato questa vita, spirando durante la notte nel sonno, ed ha fatto una morte dolce come io avevo chiesto.
    Mia mamma, in vita, aveva le dita delle mani che erano tutte deformate,per un’artrite deformante che aveva,forse per il duro lavoro svolto in vita o forse da un’eredità genetica, ma vi posso assicurare che quando sono andato a vederla nella bara, le sue mani erano perfette e non vi era più traccia della malattia.
    Aveva un’aspetto sereno e l’ho salutata toccandola e dandole un bacio di addio, ed ho pensato, se puoi ringrazia molto il mio angelo custode che mi ha guidato così bene fino ad ora e se puoi diventa tu il mio angelo custode, oppure dagli una mano.
    Nel 2011 mia moglie mi convinse ad andare a Medjugorie, quindi partimmo in macchina per una vacanza assieme al figlio Roberto e sua moglie.
    Rimanemmo cinque giorni a Medjugorie, poi andammo un po’ al mare e fu una bella vacanza, ma non mi esaltai tanto come mia moglie, che era tornata a casa con un entusiasmo che io ritenevo fosse esagerato.
    Pensavo che le persone in pellegrinaggio fossero esageratamente influenzate dall’atmosfera generale e che per questo arrivavano a compiere dei gesti plateali, ma che poi, in realtà, una volta ritornati a casa avrebbero ripreso la vita come prima o peggio di prima.
    Pensavo che la troppa attesa del miracolo si trasformasse in una reazione contraria a quella di partenza, per cui poteva diventare una forza negativa, e mentre io pensavo questo, mia moglie raccontava a tutti che avevamo visto il sole che si muoveva e di quello straordinario effetto nel cielo, che tutti i presenti sul monte avevano visto.
    Avevo apprezzato molto, invece, le coste croate, il mare, i luoghi dove potevo andare a fare futing e soprattutto le mangiate di pesce, perciò solo cose molto materiali mi avevano attratto.
    Ma, come in molte famiglie, le donne hanno sempre una marcia in più, e mia moglie mi convince ad andare a Medjugorie nel 2012, proprio nel periodo del festival della gioventù, proprio con il pellegrinaggio organizzato da Cristina Guaraldi e con padre spirituale “Padre Olivier”.
    Naturalmente dovetti accettare, il mio incubo non erano le ore di viaggio, ma i Rosari che avrei dovuto subire durante il viaggio.
    Infatti dopo la partenza questi Rosari iniziarono e dovetti prendermeli tutti e pure le prediche, ed anche le canzoni varie sul tema.
    Devo dire che mia moglie aveva avuto la brillante idea di invitare al pellegrinaggio una nostra amica che era rimasta vedova da poco tempo, e questo era lodevole, ma è una persona che non crede assolutamente, quindi refrattaria ad ogni manifestazione religiosa, ma aderiva per amicizia e curiosità.
    Naturalmente era nostro dovere accompagnarla ad ogni attività del pellegrinaggio, ma questo ci creava ritardi e varianti ai programmi.
    Arriviamo alla sera del festival con tutte le bandiere ed i canti, mia moglie voleva rimanere e partecipare mentre io e la nostra amica volevamo andare via perché per noi erano manifestazioni esagerate, quindi secondo noi era meglio andare via a mangiare del pesce in qualche ristorante nelle vicinanze, così arrivammo ad un accordo e facemmo un pò l’una e l’altra cosa in modo da finire la serata con entrambi scontenti.
    Il giorno dopo abbiamo deciso di andare sul monte Krizevac, siamo partiti dalla chiesa e ci siamo incamminati verso il monte alle ore 9,00 con una bottiglietta d’acqua e nient’altro.
    Era una giornata caldissima, tanto calda che bisognava bere molto, ma noi, incoscienti,siamo partiti ugualmente, pieni di entusiasmo.
    Io che ero il più preparato fisicamente, procedevo in modo spedito e velocemente raggiungevo una stazione poi le aspettavo all’ombra e quando arrivavano loro, partivo per l’altra stazione, e così fino alla cima.
    Siamo arrivati tutti alla croce bianca e siamo rimasti in adorazione, abbiamo scattato delle foto, abbiamo bevuto tutta la bottiglietta d’acqua, e già stanchi abbiamo iniziato la discesa.
    Naturalmente io utilizzavo lo stesso sistema, arrivavo ad una stazione prima per poi aspettare che mi raggiungessero per poi ripartire per la prossima stazione.
    Il caldo si faceva sentire e la voglia di bere era tanta, ma non avevamo più acqua, quindi dovevamo procedere in quella condizione.
    Stanco, arrivo verso la fine e sto per raggiungere l’ultima stazione, quando mi trovo davanti una roccia in verticale di circa un metro e più, mi fermo guardo in giù per vedere cosa potevo fare ed in quel momento arriva una signora che mi prende la mano ed in quell’attimo salto senza pensare e mentre salto guardo la Signora e la ringrazio.
    Arrivato all’appoggio, faccio un passo, mi giro ma non la vedo più.
    Proseguo fino ai piedi della montagna e vedo dei negozi di immagini sacre e al di là della strada un bar. Attraverso la strada e prendo delle bibite poi mi incammino con l’intento di portare da bere a mia moglie ed alla nostra amica, ma non riesco a fare un passo in più, tanto ero disidratato, quindi mi sono fermato a bere poi mi sono girato per salire, ma in quel momento ho visto mia moglie che si lamentava perché era caduta slogandosi una caviglia , ma ce l’ha fatta ugualmente a scendere.
    Appena scesa le viene un collasso ed in quel momento mi accorgo che dietro ai negozi di immagini sacre c’è un bar con le sedie e la metto a sedere, poi vado a banco dove c’è una signora, le faccio preparare e portare una spremuta di limone con molto zucchero.
    La signora del bar, vedendo mia moglie in quelle condizioni, la fa bere, poi va a casa sua e ritorna con pane e salume per farci mangiare.
    Appena si è ripresa siamo andati per pagare il conto, ma non hanno voluto nulla, allora abbiamo acquistato delle immagini sacre per sdebitarci e lei mi ha regalato una coroncina del Rosario.
    Il giorno dopo siamo riusciti anche a salire sul podbrdo, in gruppo insieme a padre OLIVIER, ed abbiamo seguito le spiegazioni della nostra guida con tutte le preghiere.
    Molto interessante è stata la visita da Suor Rosaria, che con il suo discorso ci ha incantati tutti, perché si vede che opera con entusiasmo, ma di tutto il discorso mi è rimasta impressa la sua massima: <>.
    La cosa più sorprendente è che viene da un piccolo paesino vicino a casa mia (Stuffione) ed il sacerdote, che era il suo padre Spirituale lo conoscevo perché è di Nonantola ed ha celebrato il matrimonio della nostra amica che era venuta con noi a Medjugorie.
    Alla fine ci ha salutati uno per uno e penso che sia stata felice di incontrare delle persone che le ricordavano la sua terra di origine.
    L’ultimo giorno,prima di partire,ci siamo fermati per la Santa Messa in un collegio, poi destinazione Santuario degli Obici.
    Durante il viaggio, naturalmente, si sono succeduti Rosari, prediche, ma ad un certo punto Padre Olivier chiede ai presenti un giudizio personale sul pellegrinaggio di Medjugorie e con che animo rientravamo a casa.
    Ognuno dava la propria testimonianza, ma ad un certo punto Padre Olivier chiede la testimonianza anche di persone anziane.
    IO e mia moglie,che eravamo nei primi posti del pulman, ci siamo girati indietro per vedere chi prendeva la parola, ma subito ci siamo rigirati, guardati negli occhi ed ho detto a mia moglie: <>.
    Era scontato che toccava a me, ed ho iniziato a parlare, nello stesso momento mia moglie incominciava a sprofondare nella poltrona e Padre Olivier si metteva le mani nei capelli, ed anche se non diceva nulla, la frase che era nella sua mente era certamente:<>
    Si perché la mia testimonianza era l’unica contro corrente, perché osai dire che secondo me vi erano degli atteggiamenti esagerati e che mi sembrava di essere stato dentro ad un musicall, dove si cantava e si recitava, perciò io credo, ma credo che tutto questo sia tutta una montatura.
    Arriviamo a casa, disfiamo la valigia, prendo la corona del Rosario,l’appendo alla testiera del letto, lei mi guarda stupita ma non mi dice nulla: <> <> e ci addormentiamo.
    Al mattino bisogna andare a fare la spesa, saliamo in macchina, facciamo il solito giro, poi alla fine mi fermo dal fornaio, mia moglie scende ed io resto ad aspettarla,guardo fuori dal finestrino ed improvvisamente…….. mi scende una lacrima, l’asciugo ma gli occhi continuano a lacrimare, allora mi metto a canticchiare, ma nulla…. continuo a piangere, accendo la radio, ma non riesco a fermarmi.
    Arriva mia moglie, rimango girato per non farmi vedere, a casa entro subito nella stanza del computer per non farmi vedere, ma mentre lo accendo ricomincio a piangere, e questa volta a dirotto ; non avrei più potuto nasconderlo perché era troppo evidente ed allora chiamai:<>, e confessai tutto.
    Mia moglie era preoccupata e mi chiedeva se stavo male ma io rispondevo di no; lei non capiva ed io non sapevo il perché, poi lei mi ha detto : <>.
    Credo di avere pianto tutta la mattina e buona parte del pomeriggio , fino a quando si è accesa una lampadina,ho chiamato mia moglie e le ho detto che volevo confessarmi,ma che la prima volta volevo che fosse Padre Olivier,perché era lui la guida Spirituale del pellegrinaggio;lei mi diede il numero di telefono e lo contattai.
    Dopo avere capito chi ero, mi diede appuntamento per la domenica e mi avrebbe confessato dopo la messa che si teneva a Bologna nella chiesa del Santissimo Salvatore.
    Sono rimasto quasi un’ora con Padre Olivier ed ho vuotato il sacco,perché dopo trent’anni ci sono tante cose da dire e tanta pazienza ad ascoltare,ma poi sono uscito molto più leggero.
    Da quel giorno ho cambiato completamente la mia vita; recitiamo le preghiere del mattino,recitiamo il Rosario e le preghiere della sera; tutte le domeniche partecipiamo alla Messa e prendiamo l’Eucarestia. Naturalmente ho dovuto confessarmi altre volte, perché in trent’anni ne avevo tanti di peccati ed ogni tanto ne ricordavo e li confessavo.
    Da quel momento la “GOSPA” mi aveva incastrato completamente ed ora ero pronto a credere come voleva Lei.
    Da quel momento ho capito che essere a posto con le regole dell’uomo, non significa essere in regola con DIO, mentre se sei a posto con DIO, sei a posto con tutti.
    Ora mi sento più libero,perché ho dalla mia parte chi mi ama sul serio,consapevole però che questo è soltanto un punto di partenza, perché la Madonna fa sul serio. Ti da quello che vuoi ma è esigente e ti chiede sempre qualcosa in cambio, ma è tanto il suo amore che , a Lei , non possiamo negare nulla.
    Ho cercato poi di capire le regole di un buon Cristiano e ciò che deve fare per esserlo, ed in secondo luogo ho ripercorso tutto ciò che mi era successo dal 2009 in poi ed ho cercato di dare un senso alle cose.
    Nel 2009 io chiedo un favore alla Madonna, faccio una promessa,Lei esaudisce la mia richiesta ed io mantengo la mia promessa.
    Perché mia madre mi diede una rondine con un’ala spezzata?
    Nella mia ricerca ho visto che la rondine è simbolo Cristiano per due motivi:
    1) Ha la coda fatta ad ancora e l’ancora è simbolo di speranza
    2) La rondine è simbolo di resurrezione
    3) Perché me l’ha data con un’ala spezzata?
    4) Perché con l’ala spezzata non poteva certamente raggiungere DIO.
    5) Quella rondine ero io con i miei peccati ed ora ho accontentato mia madre, perché mi sono convertito. (ho aggiustato l’ala.)
    6) Esiste poi una Madonna che è chiamata della rondine,ed è una Madonna con il
    bambino che tiene nella mano sinistra una rondine ,simbolo di Resurrezione
    Poi mi sono ricordato della Signora che mi ha aiutato nella discesa del monte Krizevac.
    Il salto che dovevo fare era per me di una certa difficoltà, soprattutto per la natura del terreno, e non avrei mai fatto un salto di quel genere, ma poi non mi sarei fidato di nessuno, ma con lei si, perché?
    Era vestita con un’abito lungo chiaro con dei ricami in giallo,aveva un copricapo blu e portava un paio di guanti di lana.
    Era un caldo impossibile e nessuno,dico nessuno avrebbe mai pensato di vestirsi in quel modo.
    Sento ancora il calore della sua mano, e non ho esitato un attimo e , mentre saltavo,la guardavo in viso dicendole : <>.
    Non potevo crederci, ma ,i guanti, perché , i guanti di lana? Non ho mai visto immagini della Madonna con guanti di lana ed allora dovevo trovare un legame che sembrava impossibile; nessuno ha mai visto la Madonna con guanti di lana. La mia ricerca è durata molto, e quando stavo per desistere ecco che arrivo alla pagina giusta che mi risolve il grande dubbio.
    Nel dodicesimo secolo, il Vescovo AMEDEO di Losanna, scrive otto omelie dedicate alla Madonna. Queste omelie erano tanto belle che venivano lette durante la Messa del sabato; giorno dedicato alla Madonna.
    Il Vescovo le manda a sua sorella che era monaca,e le piacquero tanto che quando le rimandò al fratello allegò una preziosa reliquia.
    Questa reliquia era un guanto di lana che era appartenuto alla Madonna.
    Ecco che a questo punto avevo risolto tutti i miei dubbi ed avevo dato un senso a quello che mi era accaduto.
    Sembrava tutto a posto, ma non era così,Lei non aveva ancora finito con me,perché dopo la conversione mi ha voluto fare un altro regalo.
    Da tempo soffrivo di una bradicardia al limite della sopravvivenza; di notte avevo dai 20 ai 25 battiti al minuto con blocchi del cuore di circa tre secondi, poi al mattino andavano a 28/30 e durante il giorno raggiungevano massimo 34/36, mentre dopo mi alzavo e tutt’ora con 40/42 battiti al minuto e durante il giorno arrivano anche a 48/50/52 battiti.
    Se la prima volta mi ha fatto il favore in cambio di una promessa, dopo mi ha dato un premio per la mia conversione.
    Solo in quel momento si chiudeva il cerchio iniziato con mia madre ,che insieme alla Mamma per Eccellenza mi avrebbe portato a credere nel modo giusto ed iniziare la vita da buon Cristiano.
    La mamma mi ha lasciato qualcosa che vale molto più di tutti i soldi,di tutti i possedimenti,di tutte le cose materiali; mi ha lasciato il suo amore per le cose create da DIO per le persone , ma soprattutto mi ha lasciato:
    LA FEDE.

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