Attualità

Fortaleza: qualche giorno dopo

Da quanti giorni siamo arrivati? 3-4 ormai. Il fuso orario è stato assorbito dai nostri corpi, il cambio alimentare sopportato e il caldo ormai parte integrante della nostra giornata.

Il mondo è diverso qui, cambiano i ritmi, cambiano le abitudini, cambiano le relazioni.

Il mondo è radicalmente differente qui e mango e papaia sostituiscono le nostre mele, mangiare in riva al mare costa 10 euro e un ora di massaggio circa 15 euro. Le aragoste stanno a 3 euro l’una e una noce di cocco in riva al mare a meno di 1 euro.

Un paradiso. Se non fosse che il venditore di noci di cocco, quello che urla cocco bello come in Italia, ti espone un sorriso a due denti, gli ultimi rimasti, il venditore di aragoste è in società con il fratello pescatore e il massaggio è fatto da mani suadenti non sempre di donne fisioterapiste.

E le case si alternano in questa altalena di contraddizioni. Se vedi una baracca dove ci vivono almeno sei persone, accanto trovi un palazzo, con tanto di torretta di guardia, di quelli ricchi, dove il condizionatore non è un optional e la piscina è un obbligo.

Ma dentro questi palazzi l’accoglienza non è di moda, dentro questi palazzi non ci si può mettere il naso, sono proprietà privata.
Le baracche invece non sono proprietà privata, sono abusive, senza acqua corrente e se ci sono i mondiali lo stato le può abbattere per allargare la strada. Lo stato può sfrattare le famiglie per costruire strade più capienti per i suoi campioni.

imageDentro queste baracche ci siamo stati, quasi passeggeri di una casa che domani potrebbe non esistere più. Non ho foto da pubblicare, per rispetto di chi ci vive. Potrei al massimo descrivere, ma anche in questo caso non rende bene. Credo che possiate bene immaginare che cosa c’è.

Quello che non potete immaginare sono gli odori, il puzzo di una fogna a cielo aperto e il profumo di un bucato lavato ad un laghetto inquinato. L’odore di smalti per unghie misto al puzzo raffermo del sudore. Perché le baracche non hanno i condizionatori di default e le piscine sono le latrine a cielo aperto.

Perché nelle baracche ho visto la dignità di un uomo, di una donna, di una bambina, di una madre di 19 anni diventare rossore su guance scarne, un grazie per un pacco di riso, un sorriso per il gringo spaventato da una voglia di vita che quotidianamente combatte per esistere.

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2 thoughts on “Fortaleza: qualche giorno dopo”

  1. Ciao Frà, le tue parole sono verissime. Sono passati 8 anni dal mio viaggio in Brasile e gli odori, le immagini che tu descrivi sono ancora impresse sulla mia pelle e nei miei occhi… conoscere il Brasile ti cambia dentro, per sempre. La ricchezza che si porta via è grande e quei bambini ti donano un amore impagabile con quegli occhioni che veramente sono gli occhi di Gesù… grazie per i tuoi aggiornamenti. Un abbraccio forte a tutti voi..Fra…Elena, Stefano, Vale, Lù, Enzo, Bri…..e tutti gli altri! E un bacione a tutti là!! Sandra, Lidi, Dania…siete meravigliose per tutto quello che fate per questa parte di mondo dove l’urlo d’amore è così forte!

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