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“Ma tu, cosa vuoi da tuo padre?”

Siamo ancora in ascolto dei tanti giovani che si sono messi in cammino in preparazione al Sinodo. Hanno il fisico provato, ma i loro occhi sono ogni giorno più luminosi ed il sorriso comincia a riaffiorare nei loro visi nonostante la fatica. Ci accostiamo ad uno di loro, Giovanni, e lo ascoltiamo mentre si racconta e ci condivide il suo desiderio più profondo a cui trova risposta nel corso del pellegrinaggio.

Sono partito per questo pellegrinaggio senza un motivo valido ma grazie ad un invito, frutto di un anno in cui finalmente ho deciso di farmi guidare in un cammino di conoscenza di me e di guarigione da tutti quegli angoli nascosti che mi porto dentro. Non mi aspettavo questa spinta a fare un cammino verso il sinodo dei giovani di Papa Francesco, ma ho accettato e sono partito!

Fin dal primo giorno sentivo nel cuore la voglia di capire l’amore paterno di Dio. Tanti mi hanno parlato di questo rapporto: un Papà che ti vuole bene e non ti giudica mai per quello che fai. Le mie esperienze tuttavia non mi hanno portato mai a vederlo così, anzi, lo percepivo come un Papà che si arrabbiava con me quando facevo di testa mia, tanto da aver paura anche solo a nominarlo dopo aver sbagliato.

Quindi, ho cominciato a domandarmi: cosa fa un padre? Mi dovrebbe amare, accogliere. Sì, tutte cose giuste che però non so che significato hanno. Per me sono difficili solo pensarle! Questa domanda me la sono rivolta fino al penultimo giorno del cammino! Mamma mia, ogni giorno sono andato sempre più in paranoia perché non riuscivo a capire cosa significasse avere un padre e come lui si potesse comportare con me!

 Ad un certo momento, attraverso don Alex, sacerdote di Nuovi Orizzonti che ci ha accompagnato nel cammino, mi è stata rigirata la domanda: “Ma tu cosa vuoi da tuo padre?”. E lì mi si è aperto l’orizzonte ed ho capito che volevo essere protetto e rassicurato nelle mie scelte. Volevo essere stimolato a perseguire il mio sogno!

È stato molto bello cominciare finalmente a sentirsi figlio! Un figlio che delle volte si vergogna di alcune sue debolezze ma che un Padre così le guarda con dolcezza e sorride.

La cosa particolare è stata che, in un’ultima condivisone con i ragazzi che sono stati con me durante il viaggio, mi hanno detto che ho fatto tutto ciò con loro! Senza rendermene conto, Dio mi stava facendo capire ciò che è un padre, facendomi padre per gli altri, proteggendoli da ciò che abbiamo incontrato per le strade, rassicurandoli quando ancora mancavano diversi km e si sentivano stremati, stimolandoli quando non credevano di farcela. Ho curato le loro ferite e tante volte li guardavo con tenerezza da lontano!

Ecco, questo è un padre! E chissà allora come sarà forte il legame con Dio Padre che è Amore. Pazzesco! Questo cammino è stato molto forte per me, perché mi ha fatto sperimentare cosa significa essere amico, fratello, ma soprattutto padre. Un legame bellissimo che sbalordisce per come sia nato in pochissimi giorni da persone che non si conoscevano.

E noi diciamo con te, Giovanni: Grazie Padre!

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