Evangelizzazione

Il coraggio di dire che il bene c’è


Il mondo dei social network richiama spesso la nostra attenzione su una parola che ha un grande valore nella nostra vita: amicizia.
Si chiede e si cerca amicizia. Si ritrovano i vecchi compagni di scuola e si formano gruppi di fans con hobby e interessi comuni. C’è perfino chi colleziona amici, con un pizzico di vanità, cercando di allungare il più possibile la lista dei propri contatti virtuali.
Ma che cos’è realmente un amico? E’ soltanto una piccola fotografia alla quale si augura “buon compleanno” in massa, perché il social network ce lo ha ricordato?

Sicuramente è qualcosa di più. Nell’amicizia sono racchiuse tantissime ricchezze: l’altruismo, l’intimità, l’allegria, l’impegno, la gioia dell’incontro e della scoperta dell’altro, la capacità di comprendersi e di accettarsi reciprocamente, la possibilità di trovare conforto nei momenti difficili.
Per tutte queste ragioni si dice che “chi trova un amico trova un tesoro”. Non un tesoro fatto di denaro o di gioielli, ma un immenso patrimonio interiore, dal valore inestimabile.
Ecco perché è importante, per tutti noi, comprendere il valore autentico dell’amicizia, che va ben oltre i surrogati proposti in alcuni social network.

Non possiamo limitarci soltanto ai rapporti virtuali, perché l”amicizia è una cosa molto più grande! E’ il nostro primo, grande momento di incontro con gli altri, a partire dall’infanzia.
Ma come viene vissuto, oggi, il valore dell’amicizia? Tantissimi giovani, secondo me, hanno una vocazione innata nei confronti di questo valore. Si possono considerare quasi degli “amici perfetti”, affascinati dall’idea di potersi donare in modo completo e disinteressato al prossimo.
Di sicuro, avvicinandosi al mondo che li circonda, tanti ragazzi partono con il piede giusto. Ma poi, col passar del tempo, incontrano alcuni ostacoli.
Il loro innato altruismo e la loro voglia di impegno si scontrano spesso con una società aggressiva, frenetica e superficiale.

Non sempre i ragazzi, nel mondo di oggi, hanno la possibilità di vivere pienamente la loro “vocazione amichevole”. A volte si sentono disillusi, smarriti, avvolti da una tendenza al pessimismo che impedisce loro di esprimersi.
Questo accade anche per l’influenza di alcuni mezzi di comunicazione che tendono ad oscurare il bene, lasciando troppo spazio al male e alle brutte notizie. Rinunciano ad offrire ai giovani una visione della vita pura, bella, proiettata verso il domani. Alla gioia della progettualità sembrano preferire il cattivo gusto e l’assenza di contenuti.

Come evitare di cadere in certe trappole? La prima cosa da fare, secondo me, è avere il coraggio di dire che il bene c’è.
Non ci si può ostinare a vedere il mondo come una giungla, in cui i forti schiacciano i più deboli! Se ci guardiamo intorno, scopriremo tante storie di “grandi amici” che hanno saputo donare la vita per gli altri.
Un esempio? I martiri della strage delle Torri Gemelle: poliziotti e vigili del fuoco che si sacrificarono nel tentativo di salvare altre vite umane.
I loro volti sono sconosciuti, ma la loro missione è stata grande, indimenticabile.
Il Vangelo ci ricorda: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Nella concretezza di questo e di tanti altri gesti di donazione personale possiamo alimentare la nostra forza di scommettere su una vita aperta agli altri. Non una giungla, ma un grande prato verde in cui seminare incessantemente i nostri abbracci per il resto del mondo.

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14 thoughts on “Il coraggio di dire che il bene c’è”

  1. Non è mai stato facile per l’uomo essere coerente. Lo è ancora meno oggi, quando si apprezza maggiormente la salvaguardia della propria immagine e del prestigio sociale, piuttosto che quella dei valori. Molti elogiano i furbi e gli scaltri che sanno barcamenarsi in tutte le situazioni e si orientano sempre dalla parte dove spira il vento favorevole. Non riescono a comprendere quelli che, pur di rimanere fedeli ai valori umani, spirituali, morali, pagano di persona. Ma se si trovano nella necessità di doversi confidare con qualcuno, di chiedere un consiglio assennato, sicuramente si rivolgono a questi ultimi. Noi credenti non abbiamo il compito di salire agli onori della cronaca o di attirarci a tutti i costi la simpatia del mondo. Cristo ci ha affidato la missione di essere credibili. La coerenza ci offre una buona dose di credibilità.
    Questo mio dire vuole essere uno stimolo al confronto e al dialogo tenendo presente che concordo sul fatto che l’amicizia dovrebbe essere altruismo, intimità, allegria, impegno, gioia dell’incontro e della scoperta dell’altro, capacità di comprendersi e di accettarsi reciprocamente, possibilità di trovare conforto nei momenti difficili.
    Onestamente nella mia vita di “tesori” ne ho trovati pochi ma di grande valore. Con quelli veri condividiamo il dono della fede con altri ( e mi riferisco a quelli di sesso opposto)
    l’illusione di amicizia disinteressata!

  2. Carissimo Carlo innanzi tutto grazie per questa tua splendida e profonda riflessione fatta con il cuore in mano. Condivido tutto quello che tu hai scritto. Aggiungo solo che anche io, durante la mia giovinezza, sono stato un pò vittima del netto contrasto tra la legge del mondo e del branco (che mi trovavo ad affrontare fuore dalle mie mura domestiche) e la legge dell’Amore cristiano che i miei genitori hanno sempre tentato di insegnarmi, e questo ha fatto in modo che anche mi allontanassi dalla fede e dall’insegnamento evangelico e che ho spesso confuso la conoscenza di tanti coetanei con la vera Amicizia di cui ci parla la Sacra Scrittura con l’illusione, vana, che il più forte potesse averla sempre vinta (come i mass-media e il mondo contemporaneo ci vogliono far credere ancora oggi). Tuttavia, col tempo e con l’esperienza, l’educazione ricevuta dai genitori e in famiglia prende il soppravvento e, con l’aiuto della Grazia di Dio, si rivalutano meglio i Valori reali e ci rende conto che tutto passa ma che solo l’Amore resta. Cambiano i nostri modelli di riferimento e i nostri veri amici diventano davvero pochi. Ora vorrei concludere dicendo che secondo me l’amicizia per prima cosa va messa alla prova prima di poter essere ritenuta tale, e in secondo luogo è anch’essa subordinata all’amicizia con il Divin Maestro. Mi spiego meglio: Il punto di riferimento deve essere sempre Gesù, è Lui l’unico e il solo Amico vero che ognuno di noi ha e, in Lui e con Lui, possono e potranno nascere tutte le altre amicizia di noi povere e
    fragili creature.
    Ecco alcuni riferimenti biblici a propoito dell’amicizia.
    L’amicizia va vista alla luce della divina intimità trinitaria:”Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Mc.3,35).
    “Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Gv.15,15).
    “Se intendi farti un amico, mettilo alla prova” (Sir.6,7).
    “Anche se hai usato la spada contro un amico, non disperare: potete tornare ancora amici. Se hai criticato un amico a tu per tu, non temere perché potete riconciliarvi; invece se l’hai insultato con arroganza, se hai tradito le sue confidenze o l’hai attaccato a tradimento, qualsiasi amico se ne andrà”(Sir.22,21-22).
    “Vivete in pace tra voi. Vi raccomando, fratelli: rimproverate quelli che vivono male, incoraggiate i paurosi, aiutate i deboli, siate pazienti con tutti: Non vendicatevi contro chi vi fa del male, ma cercate sempre di fare del bene tra voi e con tutti. Siate sempre contenti. Pregate continuamente, e in ogni circostanza ringraziate il Signore. Dio vuole che voi facciate così, vivendo uniti a Gesù. Non ostacolate l’azione dello Spirito Santo. Non disprezzate i messaggi di Dio: esaminate ogni cosa e tenete ciò che è buono. State lontano da ogni specie di male” (1^Tess.5,14-22).
    e concludo con queste altre due splendide citazioni che amo profondamente:
    “Dire la verità nella carità”(8Ef.4,15).
    E il vero segreto è questo, tra l’altro sposato appieno dai “nuovi orzzonti” anche durante le giornate di Nuova evangelizzazione in strada
    “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt.18,20).

  3. Grazie Antonello, anch’io penso che Gesù sia un nostro grande amico. E infatti Lui ci ha detto: io sono con voi ogni giorno fino alla fine del mondo. Grazie ancora, anche per i riferimenti biblici, molto utili.

  4. “Cambiano i nostri modelli di riferimento e i nostri veri amici diventano davvero pochi. ………secondo me l’amicizia per prima cosa va messa alla prova prima di poter essere ritenuta tale, e in secondo luogo è anch’essa subordinata all’amicizia con il Divin Maestro…..”

    Mi colpisce questa frase della quale ti ringrazio Antonello.
    Ho un ricordo a proposito, bello, che condivido con voi.

    Avevo iniziato l’Università da pochi giorni, ero in questa città, da solo e giravo senza una meta fra una lezione e l’altra (erano le prime lezioni che frequentavo). Sentivo la necessità di avere amici e non sapevo cosa l’ambiente universitario mi avrebbe offerto; i pericoli erano ad ogni angolo.
    L’idea, l’ispirazione, dategli voi un nome, è allora stata questa: “vieni in chiesa, Francesco, chiedi a Me”.
    Entrai in chiesa, mi inginocchiai e mi confidai col Signore che mi facesse fare gli incontri che Lui voleva e che sarebbero stati poi significativi e di ricchezza reciproca in quell’ambiente nuovo e (alle volte) pericoloso.

    Conobbi da li a poco un collega di Potenza, uno di Taranto ed uno di Castelbolognese.
    Passai 4 anni stupendi con loro ed importanti, ci vedevamo anche d’estate, studiavamo assieme, parlavamo assieme. I 4 dell’Avemaria: forse così eravamo conosciuti.

    Sono tanti anni che non ci sentiamo più, la vita e le distanze fanno sentire il loro peso, ma il ricordo è sempre bello e la grazia del Signore impareggiabile quando penso che queste amicizie furono doni dei doni della Sua bontà e risposte ad una richiesta “subordinata all’amicizia con il Divin Maestro” che sentivo nel cuore.

    Un caro saluto.

    1. Grazie di cuore a te per la stupenda testimonianza… della serie chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto… se posso, solo un piccolo consiglio, se il Signore ti ha accontentato una volta e hai sperimentato che ti ascolta, perchè non chiedere ancora anche per le piccole cose di ogni giorno e anche degfli amici sinceri? Mi hanno regato un piccolo libretto intitolato “15 minuti” che porto sempre con me nel mio marsupio e che rilego ogni tanto, dove Gesù ci esorta a chiedere sempre… insomma ad essere degli amici esigenti e (umanamente diremo) quasi petulanti… Anche questa è una preghiera gradita a Dio e allora facciamola ogni giorno con Fede e otterremo tutto di cui abbiamo bisogno (soprattutto lo Spiito Santo).
      Un abbrccio a tutti e buona quaresima.

  5. Ti sei espresso in modo perfetto Carlo. Infatti, l’amicizia è una virtù speciale che fa astrazione di qualsiasi tornaconto ma testimonia una forma di amore generoso. Riuscirci non è sempre facile, ma quando ci riesci anche scambiare una chiacchiera diventa fantastico.
    Da ragazzo avevo 3 amici : due ragazzi e una ragazza. Eravamo molto affiatati. Poi io mi traferii in Italia e persi i contatti. Oggi me ne dispiace perchè era nata una bella amicizia ed alcuni ricordi più belli della mia adolescenza sono legati ai momenti trascorsi insieme. Viene un pò di malinconia perchè si sciupa il tempo che passa lasciandosi prendere dall’entusiasmo di tante altre cose e così come la fiammella lasciata al vento, si spegne.
    Diventa poi difficile recuperare. Perciò “chi trova un amico trova un tesoro” è un detto verissimo, aggiungerei solo che questa relazione va coltivata. Il miglior esempio di amicizia ce la dà proprio Gesù : la differenza è che lui ci aspetta sempre e ci rincorre, anche quando siamo lontani.
    Salutissimi.

  6. Hai ragione, Patrice. Mi piace molto questa bella immagine di Gesù amico che ci rincorre e ci aspetta. E’ proprio così. E’ quello che è accaduto e continua ad accadere nella mia vita. Gesù è veramente molto paziente con me. Grazie ancora, Patrice, per queste tue belle parole.

  7. Grazie a te Carlo, che col tuo articolo hai evocato in me dei ricordi belli. Grazie a te Antonello e… sapessi!! Che cosa non ho chiesto e che cosa non ho ricevuto……! Riempirei una pagina… Quando le richieste sono sante, e sante nel profondo del cuore dove Lui legge, come vado dicendo spesso, può il Signore non ascoltarle? Ne ho fatto esperienza, credimi.
    Anche adesso ho una richiesta, grande, complicata, impegnativa (anche per la mia parte!)…. ma qui è dura, dato che si incrocia con la volontà di una persona (non io), libera quanto me, rispettata dal Signore quanto lo sono io e che deve decidere, lei ….. Quindici minuti? …. proviamo! Grazie ancora a voi tutti.

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