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Regole fatte insieme, fiducia conquistata!

Dal diario di 2 ricercatori di…classi!

Progetto Punta in Alto. Novità dell’anno 2018/2019. Per le scuole, ma anche per noi, Carlo e Adam, che ormai da qualche anno viviamo e lavoriamo in comunità. Entusiasmo e felicità per Adam, ansia e qualche preoccupazione per Carlo. “Un progetto nelle scuole? Lavorare con adolescenti?” sono le domande che spesso passano nella testa di Carlo. “Non vedo l’ora” e “Che bello tornare a scuola” sono i pensieri che invece condivide spesso Adam.

Iniziamo la ricerca delle scuole. Le professionali! Sembra impossibile nel territorio pistoiese; nonostante i vari contatti, solo qualcuno sembra interessato, ma quando si accorgono della durata e dell’intensità del progetto anche queste poche scuole rifiutano. Siamo in ritardo, i tempi si accorciano. Ci spostiamo allora su San Miniato, contattando alcune scuole che già ci conoscono e con cui abbiamo collaborato.

Affidiamo tutto a Dio, fiduciosi del suo aiuto che ancora una volta arriva puntuale. La prima scuola ci conferma subito; la seconda ci dà risposta esattamente cinque minuti prima dell’inizio della formazione del Progetto. Ora si parte davvero!

Il mese di novembre è intensissimo. Iniziamo solo con la prima scuola, ma ci chiede di essere presenti due volte a settimana: martedì e venerdì due classi ci aspettano. Come? Tutto da scoprire. I professori ce le presentano: una più numerosa, ma più calma, l’altra più piccola, ma più movimentata. L’impatto è adrenalinico per entrambe.

Entriamo in punta di piedi: una preghiera veloce prima che la classe si riempia. Ragazzi e ragazze che ci osservano, ci studiano, vogliono conoscerci. “Siamo qui per lavorare insieme” è la nostra prima affermazione. Ma per poterlo fare dobbiamo scegliere qualche regola. “Adolescenti e regole”, binomio non sempre azzeccato, rischiamo di essere distanti.

Facciamo un passo indietro: “Niente regole, facciamo un patto” esclama Adam. I ragazzi si sentono coinvolti, possono dire la loro e così la distanza si accorcia. Qualcuno propone di fumare in classe mentre lavoriamo. “Va bene!” noi accettiamo. Ci eravamo accordati che ci saremmo fidati e dimostriamo loro che vogliamo farlo anche in questo momento.

Inizia a formarsi un Gruppo: “Ma no, fumiamo dopo” interviene un compagno, “Togliamo anche il cellulare in queste ora che vengono loro” aggiunge un’altra compagna. “Ogni volta che volete fare una pausa, noi siamo disposti a fermare tutto per svagarci” è la nostra proposta subito accettata. Regole fatte insieme, fiducia conquistata. Possiamo procedere.

I lavori sono tanti e diversi tra loro: passiamo da visioni di filmati a momenti di gioco; da momenti di condivisione a momenti di silenzio. “Chiudete gli occhi” dice Adam alla classe. Qualcuno parte a ridere, qualcuno fa il furbetto e ci osserva con la palpebra semi chiusa. “Non abbiate paura. Lasciatevi guidare dalla musica e dalle nostre parole”. Diventa questo il nostro punto di forza. Un ascolto silenzioso e personale è il punto di partenza per ogni lavoro di conoscenza e crescita. Ai ragazzi inizia a piacere anche il silenzio. Il mese era intenso, ma vola veloce.

I miei colleghi mi condividono che vedono già dei cambiamenti nei ragazzi” ci riporta la referente dell’Istituto con cui collaboriamo dall’inizio.

Ci rimane il dubbio: questo è vero o è un’esagerazione? Carlo si ferma, fa silenzio, chiude gli occhi. Si gira verso Adam ed esclama: “Non so se i ragazzi stanno cambiando grazie al progetto, ma sai che sono sicuro che un cambiamento lo vedo anche io: il mio!”. La sua ansia iniziale si sta trasformando pian pianino in entusiasmo!

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