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Domenica della gioia…un bagno di misericordia! di Carlo De Dominicis

Carissimi,

vi lascio alla testimonianza di Carlo: una straordinaria giornata di Misericordia e Gioia piena, vissuta nell’istituto penitenziario di Cassino.

12 anni fa mi laureavo in legge, pensando di fare l’avvocato, con una tesi sui “principi del giusto processo penale”….dovetti approfondire le teorie di importanti giuristi sulla ricerca della verità nel processo, sulle tecniche per arrivare, nel contraddittorio tra pubblica accusa e difesa, ad una verità dei fatti e a una sentenza di condanna o di assoluzione…giusta.

Nove anni dopo scoprivo che la Verità non è frutto di tecniche o di procedimenti, ma è una persona viva…Gesù..  che Lui ha una sua giustizia, diversa dalla nostra. E oltretutto scoprivo che Lui è il nostro difensore, “un avvocato presso il Padre” (1Gv 1).

Certo non avrei mai immaginato che il Signore mi chiamasse a mollare tutto per diventare ricercatore della Sua giustizia e delle Sue leggi di amore, che diversamente da quelle umane sono immutabili e perfette e si fondano sulla misericordia, prima legge della Sua giustizia.

La terza domenica di avvento, domenica della gioia, insieme ai fratelli di Casa Emmanuel, e due sacerdoti della comunità, abbiamo ottenuto il permesso di animare 3 messe nel carcere di Cassino.  Entrare in un carcere vero per la prima volta e incontrare delle persone alle quali sono state “applicate” le sentenze di condanna mi ha profondamente interrogato sul bisogno radicato in ogni uomo di una giustizia che vada oltre quella umana, inevitabilmente imperfetta.

Oggi tra le mura e le sbarre fredde di questo carcere tutti sperimentiamo una grazia speciale e un amore grande per questi “condannati” che hanno ognuno una storia, un nome e che hanno il desiderio di raccontarsi, di condividerci le loro sofferenze, le speranze, i desideri…il desiderio che  si respira forte è quello di pace  e di perdono.

La parola di Dio nella liturgia di oggi, inutile dirlo, si sposa perfettamente con questo momento, perché parla di giustizia e anche di misericordia.

Nella prima lettura mi colpiscono queste parole: “Esulta con tutto il cuore, il Signore ha revocato la tua condanna” (Sofonia 3,14).

La condanna, ancora più pesante di quella giudiziale è quella umana, che colpisce nella dignità…e sento che queste parole di perdono sono per ognuno dei volti che incontriamo, indipendentemente dal male che hanno fatto e da quello che hanno ricevuto. La misericordia di Dio è più grande e ed è lì che aspetta di dire loro: “la tua condanna è revocata”. Dopo ogni messa una piccola testimonianza nostra e poi abbiamo qualche minuto per parlare coi detenuti. Sono minuti preziosi. Concetto viene a ringraziarci perché la messa lo ha molto colpito e alcune parole hanno raggiunto il suo cuore. Ci abbraccia e scoppia in un pianto liberatorio.  Don Ermanno chiede: “chi di voi oggi durante la messa ha sperimentato gioia?” e dopo qualche secondo di titubanza, una alla volta le mani si alzano.

Forse confessare in un carcere un sentimento di gioia tra condannati non è proprio all’ordine del giorno.

Poi parlo un ragazzo trentenne, condannato 4 anni fa: prende molti psicofarmaci e non ha molta speranza di liberarsene. Sono 19 anni che non partecipava ad una messa e si dice sorpreso e contento, che appena torniamo lui ci sarà… aspetta parole di incoraggiamento che arrivano e i suoi occhi diventano lucidi.

La terza messa è con i “sex offenders”, quelli che hanno commesso reati a sfondo sessuale. Un poliziotto ci dice con tanta sincerità che lui non concepisce che gli si offra la possibilità di partecipare alla messa…non se la meritano! Ancora ancora gli altri, ma questi proprio no.

Nel vangelo di oggi (LC 3,10) sono calzanti le parole del Battista che esorta i soldati ad avere un atteggiamento giusto e a non maltrattare: “Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe»”…

Questa terza messa per me è la più bella delle tre. Tutti sentiamo una grazia particolare, un silenzio e un ascolto di partecipazione davvero sorprendenti. Molti di questi detenuti, che partecipano alla messa per la seconda volta in carcere, hanno fatto dei disegni colorati (!) e hanno scritto delle preghiere che leggono alla preghiera dei fedeli… sono delle preghiere che vengono dal cuore, una più bella dell’altra. Richieste di perdono, richieste di pace, alcune esprimono rabbia e delusione, altre parole di amore per i loro famigliari.

Dopo la messa mi accorgo che anche i miei compagni seminaristi hanno percepito questa grazia. Luca mi condivide una parola della scrittura che gli risuona: “Dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Romani 5,21). Ecco, abbiamo davanti a noi persone che tutta la società condanna senza conoscerne il vissuto, e che gli stessi carcerati degli altri reparti emarginano, e vediamo che possono pentirsi sinceramente, nutrire dei sentimenti buoni… e crediamo che Gesù per loro abbia un amore speciale. Per noi Gesù oggi si fa presente e vivo proprio nello sguardo di questi fratelli.

Nella speranza che vi sia arrivata un po’ della gioia che abbiamo vissuto, vi lascio con una richiesta: preghiamo insieme per tutti questi fratelli, perché abbiano la forza di chiedere perdono per il male commesso e perché la misericordia di Dio che supera ogni muro e tutte le condanne umane, possa arrivare al loro cuore, dando loro una speranza nuova insieme a queste parole di verità: “Esulta con tutto il cuore, il Signore ha revocato la tua condanna”.

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2 thoughts on “Domenica della gioia…un bagno di misericordia! di Carlo De Dominicis”

  1. Grazie, Carlo, davvero una testimonianza preziosissima. Ringraziamo il Signore che vi ha consentito di essere portatori di Luce laddove tutti pensano che vi siano solo tenebre! Non è così: per quei cuori c’è ancora speranza!!! Vorrei essere con voi! Lo sono col cuore e con la preghiera! Carlo, Luca, Ermanno e voi tutti: Dio vi benedica!

  2. La vostra esperienza, Anna e Carlo, ci sollecita tutti a ricordare che Gesù è venuto per ‘i malati e non per i sani’ e che in cielo si fa festa più per un solo peccatore pentito che per molti giusti…La gioia è frutto di Pace e Verità e solo la misericordia di Dio può venirci incontro, purificare il cuore , l’anima e la mente, aiutarci a comprendere che la dignità con cui siamo segnati, in quanto donne e uomini, ci rende uguali anche nell’amore del Padre… Spesso pensiamo soltanto che gli offesi (vittime e familiari ) debbano esigere risarcimento e che la colpa sociale si debba pagare realmente…Non so quanto aiuto alla consapevole ricostruzione di sé sia agito nelle nostre carceri, certamente non si può chiedere perdono autentico senza un cammino personale e un’autentica conversione che porti a mettersi di fronte all’altro e al perché delle proprie azioni…Ma quella libertà di cui parla Paolo è da conquistarsi lungo il percorso di una vita, con l’aiuto fraterno e comunitario…Non riesco a pensare a certi ‘perdoni’ fittizi richiesti sperando in una riduzione di pena e nemmeno, dopo aver letto la vs esperienza, a tanti giudizi sbrigativi che non tengono conto dell’intervento dello Spirito Santo…La prossima volta vengo con voi, per convertirmi un po’, intanto comincio a farvi unità di preghiera affinché anche con l’intercessione di san Paolo, possano moltiplicarsi le conversioni e i radicali cambiamenti di vita…Ancoriamoci alla speranza (come dice Laura!) e invochiamo Luce di Verità e Fuoco di purificazione…una Pentecoste sulla nostra società intera! Chi ha detto che tutti coloro che hanno sbagliato sono in carcere? Il Signore desidera soltanto che torniamo a Lui con tutto il cuore, umilmente, come dice Michea in questa ‘settimana’ per Unità…Un saluto e ‘invitatemi’ a venire con voi, sul serio…

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