Attualità

“Vieni a incontrarmi..” di Margherita Melidonis (Campo Brasile 2015)

‘Finisci la pasta perché ci sono bambini che muoiono di fame’, quante volte i nostri genitori ce l’hanno detto e ridetto, tanto da assuefarcisi e rendere una frase, che di banale non ha proprio nulla, parte del repertorio di ogni giorno?

‘Questa è un’ingiustizia!’, un altra frase che è caduta in questa trappola, tale da gettare nel vago lo stesso concetto di giustizia.
E potrei continuare, con frasi che vanno da ‘essere poveri è brutto’ a ‘c’è gente che non ha nulla’, ma rischierei di non arrivare mai al nucleo delle mie riflessioni, il centro e l’obbiettivo di questo mio scritto. Tempo per le spirali di Hegel non ce n’è.
Partiamo dunque da qui, per la prima volta mi trovo davanti a un ostacolo che neanche le parole potranno superare, perchè l’ostacolo stesso sono le parole. La favela ha questo potere, rendere impotenti le parole davanti alla materia; a ciò risponde con un invito: se mi vuoi conoscere vieni ad incontrarmi, perchè ti racconterò storie, ti farò vedere, ti impregnerò i vestiti, ti farò toccare, ti parlerò nel linguaggio segreto dei sentimenti.

Questa è la mia promessa, il resto sta a te.

Parliamo di Luisa, la matriarca, vive nella sua casa, grezza, sporca, costruita alla bel è meglio con pezzi di legno e materiali di scarto, assieme alle famiglie delle figlie, pronipoti compresi. Lei, sì, non ha nulla, nemmeno il lusso di mangiare tutti i giorni, ma è felice. I suoi bambini giocano nel fango, nella fogna e gli escrementi di cani e galline, eppure basta un sorriso e gli si illumina il volto, e sono felici. Le sue figlie sopportano ogni anno, nella stagione delle piogge, l’acqua fognaria del vicino rio che gli arriva al seno, eppure hanno la forza di andare avanti, e sono felici.
Parliamo di Gabriela, lei, sì, ha una grande ricchezza, un marito accanto. Per queste famiglie un papà è un lusso assai raro; qui, dove vige un forte maschilismo, la poligamia e l’abbandono da parte degli uomini sono al ordine del giorno. Per questo Gabriela è felice, perché ha un marito accanto a lei che combatte per i loro dolci bambini e ogni giorno le fa il dono più grande, il cibo. E allora questa sì che è una famiglia felice, vive nella sua piccola casetta di mattoni e cemento, che dal LEGO si distingue solo per la minore gamma di colori delle mattonelle, e non c’è piena di fiume che la scoraggi.
Parliamo di Lucima, la dolce e forte Lucima, la guerriera della favela, e dire che la vita gliene ha fatte tante per buttarla giù, l’abbandono di un marito, la morte di una figlia, il mantenimento dei nipoti orfani, un diabete debilitante; eppure lei è sempre qua e ringrazia Dio per esserci e continua ad andare avanti, perchè sa che lei ha il dono più grande, la vita. E se le dici quanto l’ammiri, quanto sia grande la lezione di umiltà che lei ogni giorno da al umanità col semplice fatto di esistere, lei si commuove e tocca a te, fragile uccellino occidentale, consolare questo forte albero.
Eccole qui, tre storie, una diversa dall’altra, tre persone, tre sguardi tutti uguali, ognuno contiene una perpetua scintilla di felicità e amore, basta questo e la favela ti ha già conquistato. Perchè la favela è questo, una biblioteca alessandrina di storie di persone, di vita, di morte, di amore, di mondo.
E tu? Combatteresti per esso?
Margherita Melidonis
Volontaria – Campo Estivo 2015 – Fortaleza/Quixada, Brasil
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