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“Micors in Carcere” di Don Ermanno D’Onofrio

Che meraviglia riuscire ad essere concretamente quell’abbraccio d’amore e di tenerezza di Dio per tanti nostri fratellini più piccoli che vivono il disagio, la povertà, l’emarginazione, la solitudine e la malattia… Essere micors significa proprio questo:  essere un ponte che permette di far giungere l’Amore ai fratelli,  essere il canale attraverso di cui può passare la misericordia di Dio, essere un piccolo strumento di cui il Buon Dio si può servire per amare gli altri…

Pensavo di aver già vissuto esperienze molto forti grazie a quello che fino ad oggi ho chiamato semplicemente volontariato, esperienze forti ed intense soprattutto da punto di vista spirituale, esperienze che mi hanno realmente permesso un incontro con Gesù concreto e presente nei tanti fratelli che ho incontrato in questi anni…che avevano fame…che avevano sete…che non avevano vestiti… che erano malati… che si trovavano in carcere. Oggi, dopo il mio ingresso in Comunità, posso testimoniare
che è un grande privilegio quello di poter essere, attraverso il servizio micors, quell’ abbraccio di misericordia di Dio stesso per i tanti fratelli che incontriamo e ai quali cerchiamo di stare vicino per condividere il loro cammino, spesso in salita e pieno di ostacoli, e portare gli uni i pesi degli altri.

Con i micors viviamo esperienze meravigliose ed intense…tra queste il rapporto con i detenuti, è veramente una grande opportunità, un’opportunità di crescita umana e spirituale a quella che, don Salvatore Boccaccio ricordando don Tonino Bello, amava chiamare la cattedra dei piccoli che ti fanno sperimentare la bellezza della Chiesa, una Chiesa con il grembiule, una Chiesa aperta all’altro, una Chiesa madre tenera verso chi soffre, una Chiesa che vuole condividere le sofferenze dei fratelli.

Tutto questo ci ha portato a riorganizzare la corrispondenza con i detenuti che oggi coinvolge circa 70 detenuti che vivono in 21 carceri italiane…Al centro di  Piglio arrivano lettere da tutte queste carceri, lettere di condivisione, lettere di amicizia, lettere di richiesta di aiuto…E’ bello che ad ogni fratello detenuto, è abbinato, come un  angelo custode, un “piccolo della gioia”, ovvero un membro dell’associazione che si impegna a vivere il carisma della comunità…nasce così una corrispondenza e un’amicizia che diventa preghiera ed incontro con Gesù. Inoltre, proprio in questi giorni, è iniziata anche una presenza concreta presso il Carcere di Cassino dove, insieme al caro don Luigi e ad un gruppetto di piccoli della gioia, animiamo, una domenica al mese, le Messe per i 300 detenuti del Carcere. E’ commovente celebrare con loro e vederli attenti, in ascolto e raccoglimento, senza la paura e il pregiudizio di non conoscere le parole del rito, ma con il cuore aperto e desideroso di accogliere la Parola. Alla Messa segue anche un percorso di gruppo all’interno di una sezione molto delicata, quella dei sex offender, una sezione difficile ed emarginata da tutti…una sezione dove mi hanno accolto con gioia dicendomi “E’ la prima volta che qualcuno vuole stare con noi, dentro, dentro le nostre sbarre”, e stare con loro è stata una delle esperienze più belle della mia vita, un’esperienza di crescita spirituale e di incontro con Gesù…Proseguiamo allora in questa esperienza sperando di poter entrare presto in tanti altri carceri d’Italia…Restiamo uniti in questa esperienza con la preghiera per questi nostri fratellini e rimboccandoci le maniche…il Signore ha bisogno di tanti micors per portare il suo amore nel mondo…anche quel mondo dove nessuno entra perché chiuso dietro delle sbarre solide, sbarre, chiavi, filospinato che nasconde colori meravigliosi, speranza, gioia e, soprattutto, voglia di cambiare ed essere perdonati!

Don Ermanno D’Onofrio

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